PSICODIAGNOSI: ALLA SCOPERTA DI SE’
Intorno al concetto di psicodiagnosi sembra esserci da sempre un alone di mistero. Non è chiaro esattamente che cosa si intenda e in cosa consista un simile percorso.
Questo accade perché siamo generalmente abituati a pensare alla diagnosi in senso esclusivamente medico, come un processo in cui, dopo una serie di esami, si giunge a una definizione univoca, a un nome chiaro e alla conseguente cura. In ambito psicologico è decisamente più complesso e possiamo parlare di diagnosi categoriale e diagnosi di funzionamento.
LA DIAGNOSI CATERGORIALE
In psicologia, la diagnosi categoriale, si avvicina alla diagnosi medica classica: in base alla sintomatologia del paziente viene inquadrata la categoria diagnostica. Per fare questo generalmente si fa riferimento al Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM) della American Psychiatric Association (APA), un manuale diagnostico e statistico all’interno del quale sono classificate tutte le malattie psichiatriche.
La diagnosi categoriale ha dunque come vantaggio quello di dare un nome specifico al disagio della persona e impostare il trattamento utilizzando un linguaggio comune tra i professionisti.
Dall’altra parte però, il poter ricondurre diverse persone alla stessa categoria diagnostica sulla base della sintomatologia rischia di portare a perdere importanti elementi soggettivi e contestuali fondamentali per comprendere il soggetto nella propria unicità.
Per quanto la diagnosi possa essere la stessa, la persona vive la propria sofferenza in modo unico sulla base della propria struttura, delle risorse, del carattere, dei limiti e, sempre in modo unico, affronta il disagio.
In altre parole, se a dieci persone viene diagnosticata la depressione sulla base della sintomatologia manifesta, ognuna di queste percepirà, vivrà e affronterà la malattia in modo diverso a seconda del proprio “funzionamento”.
LA DIAGNOSI DI FUNZIONAMENTO
La diagnosi di funzionamento esplora le modalità con cui la persona si manifesta nell’ambiente attraverso l’analisi di diversi fattori, come per esempio, i meccanismi di pensiero, la gestione emotiva, l’immagine di sé e i rapporti interpersonali.
Diagnosi categoriale e diagnosi funzionale non sono mutualmente escludenti, anzi in alcuni casi, soprattutto dove emerge una sintomatologia psichiatrica, diventa importante che l’una completi l’altra e cioè che accanto all’etichetta diagnostica che definisce la malattia venga dato spazio alla comprensione più profonda del soggetto che ne è portavoce.
Il focus quindi rimane sempre la persona con le proprie specifiche sfaccettature e modi di essere e sentire.
COME FUNZIONA LA PSICODIAGNOSI
Cosa mi sta succedendo? Cosa mi porta a stare così? Perchè reagisco in questo modo? Da dove arriva il dolore che provo oggi?Sono solo alcune delle domande che ci pongono le persone quando si rivolgono a noi per iniziare un percorso di psicodiagnosi.
L’idea alla base di un percorso psicodiagnostico è arrivare a definire, attraverso l’uso di diversi strumenti tra cui i test psicologici, una fotografia il più nitida possibile di come la persona è, come si muove e funziona nel mondo, come ragiona, come “sente”, come vive, come si relaziona, quali sono i suoi punti di fragilità e di forza così da poter arrivare a una maggiore comprensione e consapevolezza.
La diagnosi così intesa non vuole essere il fine, ma un punto di inizio.
In alcuni casi la psicodiagnosi viene richiesta dalla persona stessa spinta da domande su di sé, in altri da uno psicoterapeuta che sta attraversando una fase di stallo nella terapia con il suo paziente e ha bisogno di nuovi spunti, in altri ancora dallo psichiatra che necessita di uno sguardo più ampio e complesso sul suo paziente.
LA PSICODIAGNOSI NEL CENTRO CLINICO DI PSICOLOGIA
Nel Centro Clinico di Psicologia Caltanissetta Buratti la psicodiagnosi ricopre un ruolo molto importante per questo il percorso viene attentamente costruito insieme al paziente.
PRIMA FASE: IL COLLOQUIO CLINICO E LA SCELTA DEI TEST
Il percorso psicodiagnostico inizia con un primo colloquio svolto dallo psicoterapeuta, necessario per comprendere la storia della persona, la domanda che porta e i bisogni specifici.
Successivamente lo psicoterapeuta e lo psicodiagnosta si confrontano per valutare i test più appropriati da utilizzare.
Non esiste un sistema pre-costituito. Il percorso viene pensato e strutturato a partire dal bisogno specifico della persona.
SECONDA FASE: LA SOMMINISTRAZIONE DEI TEST
Si entra nel vivo della psicodiagnosi attraverso la somministrazione dei test al fine di definire la fotografia di cui si è parlato in precedenza.
Proprio per la specificità del percorso, pensato ad hoc con la persona, è difficile descriverne a priori la struttura; tendenzialmente vengono utilizzati strumenti che valutano il funzionamento cognitivo (es. scale per la valutazione dell’intelligenza finalizzati non tanto a determinare il QI quanto a esplorare gli stili di ragionamento, i processi cognitivi che influenzano le scelte e dunque i comportamenti, le modalità di comprensione ed espressione, ecc) la struttura di personalità e più in generale, il mondo emotivo e relazionale della persona (es. test proiettivi come Rorschach e TAT; questionari self-report; ecc).
Somministrare i test è un po’ come guardare una stanza da diverse angolazioni, ogni test ci permette di esplorare una parte e ottenere una visione a 360 gradi.
TERZA FASE: LA RESTITUZIONE
Al concludersi della somministrazione viene prodotta una relazione che verrà poi discussa punto per punto con lo psicoterapeuta che ha effettuato il primo colloquio. Questa fase è molto importante e delicata in quanto diventa essa stessa occasione di riflessione su di sé e può eventualmente aprire ad altri approfondimenti all’interno di una psicoterapia.
Leggere insieme a uno psicoterapeuta quanto è emerso dalla psicodiagnosi aiuterà la persona a comprendere il proprio funzionamento avendo la possibilità di chiarire, approfondire e discutere del prezioso materiale prodotto per acquisire una nuova chiave di lettura -più chiara e coerente- di ciò che è, di come funziona in relazione a se stesso, all’altro, al mondo.
Centro Clinico di Psicologia Caltanissetta Buratti