IL LUTTO: QUANDO È NORMALE E QUANDO E’ COMPLICATO?
Partiamo dal presupposto che il lutto non è una patologia, ma un’esperienza dolorosa e umana. Il lutto, per quanto doloroso, è una risposta fisiologica, istintiva e soggettiva per la morte di una persona amata.
Perdere per sempre qualcuno smarrisce, e il dolore non svanisce rapidamente, ma per la società di oggi fermarsi per troppo tempo viene considerata “malattia”…se ci pensiamo anche il tempo delle lacrime è socialmente concesso il giorno del funerale, dopo “devi reagire!”.
Il lutto è il segno di una perdita significativa; di un tempo critico perché la persona da quel momento si trova a vivere senza l’altro. Questo è doloroso, difficile, e per alcuni, una sofferenza che consuma il senso e il valore di andare avanti.
La perdita di senso della propria vita spaventa perché ci si sente senza strumenti e senza fiducia nel poterli ritrovare. Nei primi mesi prevale il desiderio di tornare indietro, di negare la morte e il dolore sembra l’unico sentimento per sentirsi vicino alla persona defunta. Tutto questo richiede tempo per essere vissuto ed elaborato. Le risorse personali, familiari e sociali consentono una elaborazione del lutto cosiddetto normale. Ovvero, si riesce con sacrificio a riorganizzare il proprio presente, le proprie abitudini e riprendere in mano il proprio futuro.
IL LUTTO: QUANDO PUO’ DIVENTARE COMPLICATO?
Talvolta passano i mesi ma il dolore resta invariato. Ci si sente imprigionati nell’angoscia. La mente è abitata dai ricordi e dalle immagini degli ultimi momenti. Non si riesce a dormire o a mangiare tendendo ad isolarsi, perché incompresi nel proprio dolore. Questo rende impossibile integrare l’esperienza di perdita nella propria storia. Ci si sente bloccati nel passato e il lutto diventa complicato nella sua elaborazione.
Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) inserisce la diagnosi di lutto persistente e complicato nel “disturbo correlato a eventi traumatici e stressanti”.
Per i criteri proposti dal DSM-5 almeno uno dei seguenti sintomi è stato presente per almeno per 12 mesi:
- L’individuo ha vissuto la morte di qualcuno con cui aveva una relazione stretta.
- Un persistente desiderio/nostalgia della persona deceduta.
- Tristezza e dolore emotivo intensi in seguito alla morte.
- Preoccupazione per il deceduto.
- Preoccupazione per le circostanze della morte.
- Marcata difficoltà nell’accettare la morte.
- Provare incredulità o torpore emotivo riguardo la perdita.
- Difficoltà ad abbandonarsi a ricordi positivi che riguardano il deceduto.
- Amarezza o rabbia in relazione alla perdita.
- Valutazione negativa di sé in relazione al deceduto o alla morte (per es., senso di autocolpevolezza).
- Eccessivo evitamento di ricordi della perdita (per es., evitamento di persone, luoghi o situazioni associati al deceduto)
Chi vive un lutto complicato potrebbe avere difficoltà nel provare fiducia verso gli altri. Dopo 12 mesi dalla perdita sentire che la vita è ancora vuota o priva di senso. Nonostante il passare del tempo resta la difficoltà nel perseguire i propri interessi o nel fare piani per il futuro (per es. amicizie, attività).
Un lutto persistente e complicato produce effetti negativi sulla salute fisica e mentale influenzando fortemente la qualità della vita della persona in lutto e dei loro familiari (Lombardo et al. 2017). Ma tutto questo non perché non si è abbastanza forti o capaci. Iniziamo a concedere all’essere umano non solo la ricerca dell’essere forte ma anche dell’essere fragile e ferito.
COME PRENDERSI CURA DEL PROPRIO LUTTO
Elaborare un lutto richiede tempo al di là che sia normale o persistente e complicato. Non confondiamo la parola reagire con il non sentire dolore.
Ma accogliere il dolore come espressione di un momento difficile della vita. Un momento segnato da una separazione non voluta, non scelta ma con cui ora ci si trova a fare i conti. E se il dolore lo sentiamo troppo grande? Chiedere aiuto è la strada per ritrovarsi. Se prendiamo sul serio il nostro dolore possiamo non restare imprigionati.
di Marica Mulè
Psicologa -Referente del gruppo di supporto al lutto e percorsi individuali Hospice Casa Madonna Dell’Uliveto (RE)
Bibliografia
American Psychiatric Association, 2014. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. DSM-5. Milano: Raffaello Cortina Editore
Lombardo L., Lai C., Luciani M., Morelli E., Buttinelli E., Aceto P., Lai S., D’onofrio M., Galli F., Bellizzi F., Italo Penco I. (2017). Eventi di perdita e lutto complicato: verso una definizione di disturbo da sofferenza prolungata per il DSM-5. Rivista di psichiatria 2014;49(3) pp. 106-114