SBLOCCO O CAMBIAMENTO. FORME, DURATA E PROCESSO DELLA PSICOTERAPIA IN ADOLESCENZA.
“Dottore nostra figlia non cambia. Siamo in difficoltà perché non si sblocca nulla”. Non di rado un genitore si trova a condividere questa preoccupazione.
La situazione è complessa e per spiegarla prenderò in prestito tre oggetti. Qualche riga di pazienza poi tutto prenderà senso.
Il lucchetto di ottone
Infili la chiave. Se non è quella giusta ne provi un’altra. Un ottavo di giro. Scatta. Si sblocca. Il lucchetto è aperto. Probabilmente non si chiuderà più se non volutamente.
Rapido e facile.
Il rompicapo Lotus Flower Puzzle.
Tra i tanti rompicapo, uno dei più difficili.Liscio e piatto. Quasi noioso. E senza sorprese.
Invece… Bisogna osservare, girare. Scuotere. Poi lasciare lì e pensarci. Ruotarlo di nuovo. Schiacciare o tirare qua e là. Ascoltare se c’è qualcosa dentro. Se si muove. In quale direzione. Poi qualcosa si sblocca, qualcosa invece resta fermo perché non è il suo momento e deve accadere altro prima che sia anche questo libero.
I primi step sono più lunghi, non può che essere così.
È normale perdere la speranza, procedere a tentoni. Poi tutto a un tratto la sequenza corretta parte; accade spesso senza saperlo.Dettaglio da non trascurare. Più si procede più la sequenza si fa più chiara e i passi si succedono quasi autonomamente, senza grosse manovre, con sempre meno esitazioni, sempre meno per prove ed errori.
In fine dei conti, per certi versi, l’esito è analogo allo sblocco, ma il processo è stato ben diverso nella forma, nella durata e nel vissuto di chi cercava di sbloccare e sul rompicapo stesso. Paradossalmente, a un certo punto è proprio quel rompicapo a indirizzare verso la propria soluzione!
Il rompicapo Hanayama H&H
Me lo ha regalato anni fa un mio paziente adolescente.Una sorta di doppia H intrecciata. Non ci sono parti che non siano a vista. Come risolvere il problema e separare le due H?
Sembra tutto lì eppure non si sa da che parte girarsi o girarle.
In qualcosa simili e in parte diverse, passiamo dai rompicapo alle persone.
GLI ADOLESCENTI IN PSICOTERAPIA
Eccoci dunque a tornare all’affermazione/domanda da cui siamo partiti.
“Dottore nostra figlia non si sblocca”.
Molly: il lucchetto di ottone
Ha lasciato il fidanzato e anche una brutta compagnia.
“…Sai Doc ho pensato a quello che ci siamo detti in questi quattro colloqui e ho detto Basta! Ho chiuso con lui e anche con alcuni suoi amici… Ci stavo troppo male, non mi aiutavano a studiare nè a stare bene…Per questa decisione mi hanno dato contro in molti. Non è stato facile… i primi giorni e mi veniva da nascondermi… ma non cambio idea. Sto recuperando sicurezza.Tra l’altro ho conosciuto anche un altro ragazzo. Bello e ricco. Ma stava iniziando a fare uguale e quindi ho chiuso subito. Fa un po’ ridere, no?!”.
“Molly, sembra che stai recuperando la ‘cazzimma’ di cui parlavamo in questi incontri. Proprio quella cazzimma che avevi, ma ti accorgevi di aver perso. C’era da piccola, ma era sparita negli ultimi anni”.
“Sì esatto, quella cazzimma. E adesso sto bene e non mi sento più insicura e voglio anche tornare a giocare in una squadra come facevo prima!”.
Pochi colloqui con Molly. Tanto bello quanto sorprendente. Non raro quando si parla di psicoterapia in adolescenza, ma neanche molto frequente.
Locky: il Lotus Flower
“Dottore nostra figlia non si sblocca. Cosa dobbiamo fare? Si è capito qualcosa o non ci capite niente neanche voi?
È qualche mese che vi vedete. Cosa ne pensa?”.
“Si sono indubbiamente capite diverse cose. Alcune più chiare, altre in contraddizione tra loro. Altre non tornano ancora.
Ci sarà da lavorare per chiarirle e poi per creare quella struttura che vostra figlia ora non ha e- che mancando- le impedisce di stare in piedi da sola, di capire quale sia la propria strada… e poi di avere la possibilità di iniziare a percorrerla con fiducia e speranza”.
In questo caso, bisogna fare attenzione perché non è solo qualcosa da sbloccare, ma anche da costruire. Il cambiamento non è legato ad un incastro, ma anche a delle mancanze che dovranno pian piano colmarsi. Si tratta di costruire una struttura che deve prendere forma e forza prima che possa sorreggerla.
Chiara: l’Hanyama H&H
Chiara è decisamente cambiata. Oggi è molto diversa da quando è arrivata, è un’altra persona. Il cammino è stato lungo. È cresciuta e nel suo percorso è riuscita progressivamente a prendere traiettorie diverse da quelle disfunzionali che le sarebbero venute spontanee.
Chiara non era come Molly, ma piuttosto simile a Locky.
La psicoterapia le ha permesso di passare da un binario all’altro evitando percorsi che non le avrebbero fatto bene in quanto non aderenti a ciò che oggi ha capito di essere. È riuscita a cambiare binario come i treni sugli scambi ferroviari.
Allora non poteva saperlo, ma negli anni è riuscita a sentirlo e a fidarsi di sè. Si è costruito ciò che non c’era. Dal germoglio a una pianta matura con radici, tronco e rami.
Il percorso durato qualche anno ormai volge verso la conclusione.
LA PSICOTERAPIA IN ADOLESCENZA
La psicoterapia in adolescenza può assumere forme diverse. Realizzarsi su tempistiche differenti e con modalità differenti.
Inevitabilmente sarà immaginata e poi vissuta in modi differenti dal paziente e dai suoi familiari. Talvolta con sorpresa. Talvolta con delusione o preoccupazione. Talvolta con ansia e, perché no, fretta o spazientimento.
Ma è la natura della sofferenza e la struttura del paziente che guidano la forma e la durata della psicoterapia.
In alcuni casi è un breve percorso per comprendere cosa è successo e sbloccare ciò che si è incastrato. È normale che i genitori, il paziente e lo psicoterapeuta usino spontaneamente l’affermazione: È bloccato… e poi… Si è sbloccato o Mi sono sbloccato.
Effettivamente, in poco tempo, si mette a fuoco qualcosa e la persona ha gli strumenti per realizzare se stessa e i cambiamenti che le erano preclusi.
È davvero come sbloccare qualcosa o aprire un lucchetto che scatta dopo qualche tentativo. E la situazione non è più bloccata.
L’etimologia di bloccato rimanda alla presenza di qualcosa che blocca. Un ceppo. Un ostacolo che serra una serratura. Che chiude o annoda. Qualcosa assedia la persona e bloccandola la sfinisce e la snatura.
Una volta sbloccata può tornare a usare le risorse che ha per portarsi a compimento e per procedere nel percorso di crescita.
Molly si è effettivamente sbloccata e non solo in una situazione specifica ma in diverse ritrovando fiducia in se stessa. Lucidità mentale e forza emotiva. Trovate le ‘le chiavi’ è tornata autonoma e fiduciosa. Non senza pensieri o fatiche, ma capace di realizzare se stessa.
In altri casi l’aspettativa è inevitabilmente la stessa. Ma la situazione del paziente è diversa, più complicata. I genitori si aspettano e sperano che si sblocchi qualcosa, ma il ragazzo sa che non è così semplice la questione.
Infatti non si tratta solo di sbloccare, ma di riparare e costruire una struttura fragile o incompleta, dove l’ incompletezza non è solo legata alla normale incompiutezza della fase di crescita.
È un percorso diverso e inevitabilmente più lungo. Più vicino al rompicapo, ma non in tutto: alcune cose devono chiarirsi, altre devono formarsi e la semplice comprensione non è sufficiente a risolvere il problema: dovranno emergere altre parti e integrarsi tra loro alla ricerca di una nuova armonia. Una nuova solidità ed ‘equilibrio posturale’.
Non si tratta quindi solo di trovare le chiavi, ma anche la forza e la fiducia per usarle.
Percorsi diversi che non dipendono da efficacia o inefficacia degli interventi, ma dalla naturale diversità tra le situazioni che giungono nei nostri studi.
Se ci pensiamo bene, quello che accade nella psicoterapia in adolescenza non è così diverso da ciò che ritroviamo in altri ambiti medici. Se pensiamo al campo dell’ortopedia per esempio, curare una frattura, per quanto dolorosa o spaventosa, è certamente più immediato, puntuale e circoscritto nel tempo che occuparsi di una scogliosi, in cui è necessario modificare un assetto postulare consolidatosi in tanti anni.
IN CONCLUSIONE
Sblocco, costruzione e cambiamento. Cose diverse sebbene talvolta intrecciate tra loro.
Procedono con tempi e modi differenti che devono essere conosciuti e ricordati dal paziente come da chi ha intorno.
A volte si tratta di lucchetti. Altre volte di rompicapo e strutture da costruire.
La vita è piena di cose enigmatiche, piccoli avvenimenti che aspettano solo un contatto epidermico, il nostro sguardo, per scatenare una serie di conseguenze (Roberto Bolaño Ávalos, scrittore cileno).
La psicoterapia in adolescenza porta lo sguardo e il cambiamento su ciò che è bloccato o su ciò che deve ancora diventare.
Psicologo Psicoterapeuta
Centro Clinico di Psicologia Caltanissetta Buratti