FAR BENE AI BAMBINI: MENO GIOCATTOLI, PIU’ DESIDERIO
Il desiderio è un “sentimento intenso che spinge a cercare il possesso, il conseguimento o l’attuazione di quanto possa appagare un proprio bisogno” (Treccani).
UN SENTIMENTO INTENSO CHE SPINGE A CERCARE…
Il desiderio è quella spinta che ci incalza lungo il sentiero di una montagna, che ci esorta a sopportare l’intensa e prolungata fatica. Se la vetta è una (e non diecimila!) e se a quella vetta possiamo realisticamente immaginare di arrivare, l’obiettivo è raggiungibile. E se l’obiettivo è raggiungibile, il percorso sarà impegnativo, ma anche bellissimo: l’indolenzimento e il dolore dei muscoli, fisici o mentali che siano, saranno resi più sopportabili dal presentimento del traguardo.
L’APPAGAMENTO
Raggiunta la vetta, il sogno farà capolino nella realtà, la fantasia prenderà forma e materia, il desiderio sarà soddisfatto. E noi, sazi e appagati, ci siederemo sulla roccia per godere a pieno dell’incantevole panorama, reso ancora più prezioso perché lo avremo guadagnato con sforzo e determinazione. Mentre contempleremo le valli intorno e le innumerevoli sfumature di verde degli alberi, mentre il nostro sguardo si perderà nelle nuvole morbide, tutto l’impegno profuso per arrivare a quel momento acquisterà valore: sia lo sforzo fisico che la capacità di attendere il tempo necessario per realizzare lo scopo.
GIOCATTOLI?
Cosa ha a che fare tutto questo con i bambini e con i giocattoli? Che cosa c’entra? Vediamo… Quante volte il nostro sorriso -nel vedere i bambini scartare con foga un pacchetto, abbracciare la bambola nuova, aprire ridendo la scatola dei lego- si è spento in un soffio insieme al loro? Quante volte l’entusiasmo per un nuovo giocattolo è evaporato in poco più di un momento? Perché i bambini di oggi spesso non riescono a godere pienamente dei nostri regali? A giocarci a lungo con gioia? Perché, in men che non si dica, il nuovo giocattolo finisce nel mucchio di tutti gli altri, senza mai diventare speciale?
TUTTO E SUBITO
Non è frequente che i bambini della nostra epoca debbano impegnarsi per ottenere un regalo: non devono inerpicarsi sul sentiero in salita della scelta, dell’impegno e dell’attesa. No: spesso il loro desiderio trova subito compimento. A volte addirittura non fanno neppure in tempo a sentirlo, quel desiderio, tanto rapidi siamo noi adulti nell’anticiparli. Senza quel desiderio e quell’impegno, però, la soddisfazione della vetta diventa fugace: passato l’effetto novità, il giocattolo perde valore. Avere tutto e subito rende insoddisfatti. Immaginare di trovarsi in cima ad una montagna e immediatamente dopo, per magia, trovarsi proprio in cima a quella montagna sarà anche divertente, stupefacente, ma non è appagante.
FAR BENE AI BAMBINI: COLTIVARE IL DESIDERIO
Per fortuna, però, possiamo aiutare i bambini a godere dei giocattoli. Possiamo far bene ai bambini. Come? Riconoscendo il valore del limite e della scelta e coltivando la capacità di vivere l’attesa. Se il bambino può avere tutti i giocattoli che vede, ogni giocattolo diventa poco importante. Se riceve immediatamente il giocattolo che nomina, il bambino è privato dell’esperienza del desiderio. Aiutiamo i bambini a scegliere, aprendo di fronte a loro un ventaglio limitato di possibilità e invitandoli a valutarle, per poi decidere. Non tutto si può avere: una scelta, benché comporti una rinuncia (o proprio per questo), è una conquista. Aiutiamo i bambini a coltivare il desiderio con pazienza: a fantasticare sul giocattolo scelto, a immaginarsi il momento in cui finalmente sarà loro.
E TRASFORMARE I GIOCATTOLI IN STELLE.
È meraviglioso quando un bambino viene pervaso da una gioia grande, quando la sua felicità dura a lungo, quando avverte dentro di sé una profonda soddisfazione, quando prova gratitudine, quando tiene ad un giocattolo e sviluppa la capacità di averne cura. Tutto questo dipende molto da noi adulti. La parola desiderio deriva dal latino ed è composta dalla preposizione de- e dal termine sidus (stelle): allude alla mancanza, alla privazione. Immaginiamo di scegliere una stella, una sola, e di volerla toccare con un dito, colmando la distanza che ci separa da lei. Aiutiamo i bambini a stare bene: trasformiamo i giocattoli in stelle! Stelle da osservare da lontano, da sognare, da andare a prendere.
Psicologa Psicoterapeuta
Centro Clinico di Psicologia Caltanissetta Buratti