LA SEPARAZIONE, UN EVENTO CRITICO CHE SI PUO’ AFFRONTARE E SUPERARE
La separazione, come tutti gli eventi critici e dolorosi, ci appare distante dalla nostra personale esperienza di vita.
Partecipiamo e comprendiamo ciò che sta accadendo alla nostra amica o al nostro collega, ma siamo certi che a noi non succederà.
La paura della separazione è talmente forte che la esorcizziamo negandola. Eppure lo sappiamo che ogni inizio contiene anche la propria fine.
Ciò che non sappiamo è quando avverrà, come e perché.
LA PRESA DI DECISIONE
Contrariamente alla relazione d’amore, in cui bisogna essere in due a scegliersi, la decisione della separazione è presa molto frequentemente da uno solo dei due partner e comunicata con sofferenza, rabbia e sensi di colpa.
Il “corpo familiare”* si trova immerso e sommerso da una tempesta di emozioni anche molto contrastanti e da sentimenti di confusione e disorientamento che paralizzano o al contrario provocano comportamenti distruttivi.
I termini che le coppie in separazione utilizzano per dare un’immagine della loro sofferenza sono: “macerie”, “cocci”, “frantumi”, “tempesta”, oppure “limbo”, “sospensione” “anestesia”!
La coppia in crisi stenta a riconoscere di essere in una situazione di oggettiva impasse, poiché tutte le energie sono investite nel tentativo di gestire/salvare il legame di coppia e sono assorbite dai bisogni personali.
Spesso è il disagio e la sofferenza dei figli a risvegliare l’ attenzione dei genitori. Spesso è la difficoltà e il timore di dover parlare della separazione ai figli che li spinge verso la ricerca di un supporto.
LA STORIA DI ANNA E GUIDO
Anna e Guido sono una giovane coppia, con una buona posizione professionale e in carriera.
Si sono incontrati alla fine delle rispettive precedenti relazioni, da cui non sono nati figli. Si incontrano e si riconoscono anche su questi aspetti di sofferenza, solitudine e senso di fallimento.
Dalla loro unione nascerà Edoardo, che li vede molto ingaggiati e coinvolti, ma anche molto diversi nello stile di relazione, di educazione e cura.
Questa differenza, oltre ad alimentare competizione sul ruolo e sfiducia reciproca, li allontana come coppia e li precipita in una condizione di sopportazione e silenzio.
L’incontro con una nuova persona e il successivo tradimento diventerà il motivo scatenante della decisione di separarsi. Ancora in una fase di forte rabbia, sensi di colpa, discredito e recriminazioni, sarà proprio la preoccupazione di come e cosa dire al figlio di soli 4 anni, a spingerli verso la ricerca di soluzioni alternative al conflitto e alla guerra giudiziaria.
Il padre in particolare, figlio di genitori separati, non vuole che Edoardo possa vivere la separazione dei genitori e la sua uscita di casa come un abbandono, così come era stato per lui.
Si rivolgono così alla Mediazione Familiare. Alla fine del percorso Guido dirà: “è doloroso, la separazione è paragonabile a un lutto, la mediazione mi ha aiutato perlomeno ad affrontare le prime fasi di questa nuova vita. Era una situazione così totalmente nuova per me e con la mediazione sono riuscito a parlare apertamente di fronte alla mia ex compagna, in sintonia e armonia.”
LA MEDIAZIONE FAMILIARE
Secondo Robert Emery*, “la persona di cui si ha più bisogno al momento della separazione è proprio la persona da cui ci si sta separando”. Questa frase racchiude il paradosso della mediazione familiare: riuscire a far dialogare insieme e a rinforzare il legame tra due persone che hanno deciso di lasciarsi.
Il legame su cui lavora la mediazione familiare è quello genitoriale, per la cura e il mantenimento della relazione tra genitori e figli. La mediazione familiare è un accompagnamento alla ricerca di un nuovo assetto familiare e di nuove regole di funzionamento basate sul diritto dei figli di crescere con entrambi i genitori, anche dopo una separazione.
E’ un metodo alternativo di risoluzione del conflitto di coppia a seguito o in vista di una separazione ed è un percorso che ha come obiettivo la ricerca di accordi per la riorganizzazione delle relazioni familiari dopo la separazione. Il mediatore è un professionista esperto in gestione del conflitto ed un facilitatore della comunicazione tra i due genitori. Non ci sono soluzioni standardizzate, ma ogni famiglia produrrà i propri accordi e le proprie soluzioni. Durante il percorso si affrontano tutte le questioni che i genitori decidono di voler discutere in mediazione familiare, attraverso una metodologia di lavoro molto concreta. Gli accordi raggiunti al termine del percorso potranno essere depositati direttamente al Tribunale di competenza.
E’ UTILE SAPERE CHE
La mediazione familiare è un percorso volontario.
Richiede il consenso e la partecipazione di entrambe le persone coinvolte.
Si rivolge a coppie coniugate o di fatto, con figli o senza figli.
È un percorso tutelato dalla riservatezza, anche laddove proposto dal giudice.
Restituisce e rinforza la competenza e l’autodeterminazione dei genitori.
Il mediatore è un terzo imparziale, non giudicante, che non propone soluzioni.