VIVERE IL TRADIMENTO
È difficile descrivere il vissuto che accompagna il tradimento, per ognuno ha un significato diverso e differenti conseguenze.
Alcuni possono sentirsi riconfermati nella propria inadeguatezza, sentirsi sostituiti o “sostituibili”, vivere un profondo senso di abbandono; altri, al contrario,possono vedere nel tradimento la necessità di aprire gli occhi sui problemi della coppia o personali e la possibilità di affrontarli.
La differenza tra i diversi atteggiamenti, sta nella considerazione che abbiamo di noi, in altre parole, dalla qualità del rapporto che abbiamo con noi stessi.
Dopo un prima fase di profonda rabbia e disorientamento, e’ molto probabile che chi ha già una bassa considerazione di sè, legga nel tradimento la prova tangibile del proprio disvalore, al contrario di chi ha costruito nel tempo un’immagine di sè più solida e positiva.
La cosa certa è che il tradimento spinge a fare un grosso lavoro in primis su se stessi, non solo per rimettere insieme i cocci del vaso che si è rotto, ma per arrivare a un’ auto-consapevolezza più profonda.
VIVERE IL TRADIMENTO. CHI SONO IO?
Scoprire il tradimento fa precipitare non solo la fiducia nel partner, ma anche in sè stessi.
“Se mi ha lasciato è perché non valgo abbastanza”, questa è la vocina martellante che rimbomba nella testa di chi legge nel tradimento la prova del proprio essere sbagliato, sacrificabile, sostituibile.
In un primo momento si cerca di dare tutta la colpa all’altro, a quell’essere mostruoso che è riuscito a distruggere, in un solo colpo, tutto ciò che è stato costruito nel tempo.“Che ha mandato all’aria ogni cosa”. Vanificando tutte battaglie affrontate. Quelle battaglie che avevano ferito, ma mai diviso. Almeno fino a oggi.
Il problema è che trasformare il partner in un mostro non serve, anzi. Può essere ancora più mortificante, perché: “Con quel mostro ci ho passato una parte di vita, gli ho donato la parte più importante di me; insieme abbiamo avuto i figli, comprato una casa, progettato il futuro.”
Questo pensiero rischia di far sentire la persona tradita anche ingenua e incapace di vedere la realtà delle cose, di valutare con senso critico le situazioni. In altre parole, ancora una volta è lei ad aver sbagliato perché non se ne è accorta per tempo. Il risultato è un’ulteriore devastazione della propria immagine, un circolo vizioso che indebolisce e frammenta.
VIVERE IL TRADIMENTO. CHI SEI TU?
E’ facile anche cadere nella fase della rimuginazione in cui il pensiero si irrigidisce fino a diventare un’ ossessione.
Alcuni sentono l’angosciante bisogno di sapere chi è la persona che si è messa di mezzo, di capire cosa, come, quando e perché.
Il partner viene messo sotto torchio, interrogato, confrontato. Come nei migliori interrogatori dei film polizieschi, la storia viene fatta raccontare più e più volte alla ricerca della falla. Della cosa che non torna. Della bugia.
Per altri invece l’ossessione ricade su di Sé. Ha inizio dunque un’analisi interminabile dei propri atteggiamenti, di cosa si può aver sbagliato, di cosa può essere cambiato, dando vita a una scrupolosissima ceck list di tutti quei potenziali difetti che potrebbero aver spinto il partner tra le braccia di un’altra persona.
E così si diventa realmente ossessivi e ossessionati. Tutto ruota intorno al tradimento. Il pensiero è fisso li. Nulla esiste al di fuori.
VIVERE IL TRADIMENTO. PERDERE LA FIDUCIA NEL “MIO” MONDO
Scoprire un tradimento fa perdere la fiducia in tutto. Se la persona che più amavamo -e più ci amava- è stata in grado di farci tanto male, chiunque può farlo: amici, colleghi, familiari, nessuno è escluso. È l’intero mondo a perdere di senso e significato. Perché è anche il legame col partner a dare un senso alle cose, una direzione alla nostra vita. In base al “noi” faccio scelte per “me”, cambio, evolvo.
Nella relazione ci si arricchisce. Grazie al “noi” si fanno cose ed esperienze che, da soli, non sarebbero mai state fatte.
In base al “noi”, per esempio, si decide quale casa abitare, si progetta la vita, a volte con figli a volte no, si fanno scelte professionali, investimenti economici per “nostro” futuro. È anche grazie al Noi che la Mia vita ha preso forma.
E poi, improvvisamente quel Noi non c’è più. Un’ altra persona ha invaso uno spazio protetto, intimo. Tutto il “mio”mondo perde di senso. Le mie scelte sembrano improvvisamente tutte sbagliate.
UN NUOVO SENSO
La sofferenza scava un buco nero profondissimo e a questo punto esistono solo due strade. Sprofondare nel vuoto del buco nero o lavorare per trasformare quel vuoto in spazio. Ed è solo quando imbocchiamo la seconda strada che la domanda “Perchè mi ha fatto così male?” lascia spazio a “Cosa posso farmene di questo dolore?”.
Un lavoro duro per riparare il senso di Sè, che non si è frantumato col tradimento, ma era già fragile prima. Per darsi la possibilità di scoprirsi migliori di quanto pensavamo o di quello che ci hanno fatto credere. Che in fondo quel senso di essere inadeguati e sostituibili ci accompagna in tutte le sfere della nostra vita, dal lavoro agli amici, da sempre; che non nasce dal tradimento subito, ma dall’immagine distorta che abbiamo di noi. Il tradimento gli ha solo dato forma, lo ha reso visibile, ma allo stesso tempo finalmente affrontabile.
De Andrè cantava dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.
Psicologa Psicoterapeuta
Centro Clinico di Psicologia Caltanissetta Buratti